I gattini vinceranno la guerra.

Prima di cominciare è importante che io faccia alcune premesse.
Amo i cani. Ho vissuto con un  boxer in appartamento quindi conosco alla perfezione il meglio e il peggio che questi animali possono esprimere. Sguardo umano e bava filante inclusi.
Questo post non ha pretesa di comunicare grandi segreti o verità ma nasce con il preciso intento di alimentare una sterile polemica tra cinofili e gattari (canaro a roma nun se po’ di’).
Ultimo ma non meno importante preambolo: i miei gatti, naturalmente, sono più belli, più intelligenti, più buffi, più umani, più affettuosi dei vostri.

Detto questo, veniamo al dunque. La grande domanda era “perchè si dice accanimento e non aggattimento?” e perchè gattonare e non, che ne so, accanare??
Cos’è questa? Discriminazione tra animali domestici?

No, è solo che il gatto è più evoluto, anzi meno e quindi non solo è migliore ma ha proprio più fascino sugli esseri umani, anche su quelli che tutto sommato lo spiaccicherebbero volentieri con la macchina (e non di rado lo fanno).

Partiamo da alcuni fatti certi (più o meno): i cani sono stati addomesticati circa 10.000 anni prima dei gatti ed è un bel po’ di tempo in più da passare in pessima compagnia (dell’uomo n.d.r.).
I gatti discendono da loro stessi, ovvero da un esemplare felino non troppo dissimile da quello che ora si attacca con nonchalanche alle tende del salotto.
I cani sono frutto invece di scellerate e instancabili modifiche genetiche dei lupi, le razze attualmente “pure” si contano sulle dita di una mano.

Poi ci sono gli aspetti caratteriali, non meno interessanti anzi direi sostanziali:
il cane è ossessivo, il gatto schizofrenico.
Ciò significa che il cane, anche nella follia, da’ maggiore sicurezza perchè tu sai che qualunque cosa accada lui ad un certo momento morderà quella pigna e si leccherà il culo. Poi ti guarderà adorante in attesa di approvazione.

Con il gatto questa certezza te la puoi scordare: oggi dormiamo nel lavandino, domani sul divano, dopodomani fuggiamo sul tetto. Mangio, non mangio, mi faccio le unghie anzi no, ti faccio le fusa oppure ti apro un braccio che servono i punti di sutura.
Sì lo so che sei il mio padrone ma sono gatto, matto, e me ne sbatto.

Ed eccola qua la differenza più importante, quella che fa dei gattari una categoria umana superiore spesso bistrattata dal mainstream e ridotta a semplici zitelle cenciose e poco inclini alla vita sociale: il cane è amato da persone che, seppur in cose futili, hanno bisogno di ferree certezze che da un gatto difficilmente potrebbero avere.
Il gatto richiede applicazione, dialogo, approfondimento, attenzione.
Devi studiarlo, capire chi è, prevenirlo, ci lotti dal primo all’ultimo giorno della sua vita perché cambia abitudini con la stessa velocità con cui perde il pelo.
Non ti da’ tregua ed è pure vendicativo.
Per “possedere” un gatto devi avere una grande sicurezza interiore.

Il gatto è di sinistra, il cane di destra.
Il gatto è libero, il cane schiavo.
Il gatto ti ama se lo ami, il cane ti ama a prescindere.
Il gatto è femmina, il cane maschio.

Ma al di la’ di questi splendidi luoghi comuni, resta il fatto che è un animale che attrae  in modo quasi incontrollabile perché è infinitamente più divertente, imprevedibile, potenzialmente selvaggio di qualunque altra bestia cosiddetta domestica.
Ci da’ l’impressione di trovarci di fronte ad una creatura selvatica e di conseguenza ci fa sentire tutti un po’ nella savana a caccia di gazzelle.
Anche perché quando si sdraia sul tappeto e si dedica alle pulizie quotidiane (ah, ho dimenticato, i cani puzzano i gatti no) fa gli stessi identici gesti di tutti i grandi felini che abbiamo visto nei documentari e allo zoo e poi, però, ti salta in braccio e fa le fusa, la più potente arma di persuasione che sia mai stata creata.

E’ una tigre in miniatura, un leone nano, una pantera ristretta e lo sapete tutti anche se fate finta che non sia importante. Quando guardi un cane raramente ti viene in mente lo splendido lupo (soprattutto se stai guardando un carlino che si ingroppa un pelouche).

Invece dipende proprio da questo l’effetto incontrollabile che hanno gatti e gattini su noi civilizzatissimi internauti che appena ne vediamo uno in un video non riusciamo a non condividerlo.
E’ qualcosa che ha a che fare con lo stupore e la meraviglia,
merce rara e per questo infinitamente preziosa in questi tempi tristi e prevedibili in cui sembra che nulla più possa lasciarci a bocca aperta.

Perciò datemi retta e arrendetevi: i gatti la guerra l’hanno già vinta perché se ne fottono bellamente dell’idea stessa del conflitto. Sono superiori e lo sanno.